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Chi vive di calciomercato assicura: “A gennaio niente grandi nomi, tranne Cassano. Il suo futuro è in Lombardia…”

Antonio Caliendo è un procuratore alla vecchia maniera. Dall’alto della sua enorme esperienza, è ben conscio di quello che lo attende nei prossimi giorni, ovvero alla riapertura del calciomercato: “Non penso che ci saranno grandi colpi -spiega, in Esclusiva, a Goal.com- Solitamente i grandi nomi si muovono a giugno”. Eppure le grandi squadre sono già in azione per mettere a segno qualche acquisto importante: “Ma, io credo che si possa intervenire per aggiustare qualcosa, per aggiungere qualche tassello ma penso sia difficile fare il super acquisto”.

Non fa eccezioni neppure la Juventus: “Si stanno muovendo bene, sanno cosa fare e come farlo ma, ripeto, in giro non vedo grossi nomi pronti a cambiare a gennaio”. Eppure tutto il mondo mediatico che ruota attorno al calcio è in fibrillazione, in particolare per il futuro di Antonio Cassano: “Ecco, lui è l’eccezione. E’ l’unico grande nome in ballo, diciamo che si tratta del campione in vendita più prestigioso”. Antonio Caliendo ha anche un’idea su dove potrebbe finire l’ex stella della Sampdoria: “A mio giudizio credo che si trasferirà in Lombardia”.

Parlando di milanese, normale che si focalizzi l’attenzione anche su Maicon, assistito proprio di Antonio Caliendo: “La situazione dell’Inter è legata al risultato del Mondiale per Club. Dopo la fine di questo evento si avranno idee più chiare di quali saranno i nuovi progetti della società e, di conseguenza, si capirà anche meglio il futuro di alcuni suoi giocatori. Dipenderà molto dall’esito del Mondiale per Club”.

Dopo tanti anni in prima linea, Antonio Caliendo non si sorprende più davanti a nulla e sa come rispondere alle domande più delicate, come quella relativa ad una nuova possibile offensiva del Real Madrid proprio per Maicon: “Penso che l’Inter sia concentrata solo sul Mondiale per Club. Il resto verrà dopo, quando si saprà come sarà andato il torneo”. Non c’è che aspettare quindi…

goal.com

Lavezzi-Hamsik-Cavani fenomeni: parola di Caliendo

All’indomani della consegna del Golden Foot a Francesco Totti, Antonio Caliendo, consulente di calciatori e ideatore del premio internazionale alla carriera, ci parla della situazione del calcio italiano. Per lui che lo vive da protagonista da più di trent’anni, è l’occasione per alcune riflessioni importanti sul gioco più bello del mondo. La situazione generale, l’Inter, il Napoli e i suoi tre assi al centro della nostra chiacchierata.

Chiamato in causa per l’acquisizione del Modena Football Club 1912, per lui che è napoletano, ma modenese d’adozione, Caliendo precisa subito che gli accostamenti che una parte della stampa gli ha fatto tra lui e Flavio Briatore non gli piacciono (lui è in causa con l’ex manager Renault per i corrispettive della vendita del QPR di Londra). Poi riacquista il sorriso e comincia a parlare del calcio: la sua vita…

Quando sono entrato nel calcio, chiaramente era un epoca molto diversa da quella moderna. Tante cose che ruotano intorno a questo mondo, ovviamente non c’erano. C’era molta più semplicità, ma anche forse più genuinità. Per non parlare dei ritmi del gioco. Oggi, con il massimo rispetto che ho per Maradona e Pelè, non so mica se avrebbero goduto della stessa fama. Tecnica meravigliosa per loro, ma oggi si corre tanto tanto di più!

Antonio, il calcio italiano è in crisi?

Purtroppo il nostro calcio italiano è fortemente in crisi. Per spiegarlo, basta elencare i campionissimi che riusciamo a mostrare al mondo. Credo che l’ultimo vero fuoriclasse a livello assoluto sia stato Roberto Baggio.

Cosa succede?

Succede che non ci siamo adeguati alla rivoluzione tecnico tattica dell’ultimo decennio. E il problema è che ce ne saranno ancora molte nei prossimi anni. Siamo un po’ fermi. Meglio rendersene conto in fretta.

L’Inter campione di tutto è in difficoltà. E’ questo il parametro più importante per l’Italia del calcio?

Prima di tutto voglio esprimere la mia stima a Benitez. Ha avuto il coraggio di ereditare una situazione difficilissima. Dopo una stagione praticamente perfetta, culminata tra l’altro con il Mondiale, i giocatori si sono ritrovati senza energie.

Riusciranno a recuperare per il Mondiale di Club?

Penso di si. Non sono pessimista perché li conosco e so cosa possono dare. Del resto lo hanno dimostrato ampiamente. Devono solo passare questa difficile fase autunnale. In un mesetto le cose dovrebbero aggiustarsi.

Il Napoli di Mazzarri sorpresa dell’anno?

Diciamo che Mazzarri sta facendo più di quello che può il Napoli. Quando abbiamo costruito il grande Napoli di Maradona, a parte l’epoca differente, c’erano giocatori di spessore enorme in tutti i reparti e non mancavano certo i ricambi. Il Napoli manca proprio in questo. Ci vorrebbero altri calciatori, per capirci, alla Bagni, Giordano etc, nei punti nevralgici del campo. Per ora, nonostante Hamsik, Lavezzi e Cavani, non vedo possibilità di scudetto, ma vedo senza dubbio un nuovo piazzamento in Europa League.

Visto che lei è napoletano, ci parla dei tre fenomeni Hamisk, Lavezzi e Cavani?

Sono giocatori sopra le righe. Fanno la differenza, dei fenomeni.

Hamsik ha grande mobilità. E’ un giocatore molto duttile. Uno da grandissimi club!

Lavezzi ha i numeri del grande giocatore. Quello che gli serve è stabilire quella continuità che lo può proiettare a livello dei più bravi in assoluto.

Cavani è il classico attaccante pulito. Sa sempre dove giocare e come giocare.

(Salvatore Siviero)

Intervista a David Trezeguet